“Come è arrivata la Regione toscana al Manifesto delle Professioni intellettuali, da dove è iniziato il cammino e perché?

L’idea del manifesto è nata in seno alla Commissione Regionale dei soggetti professionali (istituita con Legge della Regione Toscana n.73/2008) specificatamente in occasione della fase organizzativa del partecipatissimo convegno “Il mondo delle professioni intellettuali una risorsa per lo sviluppo del paese nel contesto europeo” (http://www.regione.toscana.it/cittadini/professioni) tenutosi lo scorso 16 gennaio a Firenze.
L’idea era appunto quella di redigere un documento condiviso, che raccogliesse gli spunti ed i risultati del convegno stesso, che richiamasse anche l’attenzione su un mondo verso il quale spesso si nutrono dei pregiudizi e che si mettessero in luce le rivendicazioni del mondo professionale.

Professionisti, da casta a pezzo di mondo che soffre e che ha subito una delle crisi peggiori negli ultimi anni. Eppure ancora, nell’idea collettiva, avvocati, giornalisti, architetti ed ingegneri vengono percepiti come “mestieri” privilegiati. Cosa fare per riuscire a sottolineare, invece, l’enorme valore della libera professione anche nella gestione della “cosa pubblica”?

In occasione del convegno di Firenze abbiamo presentato la ricerca le “Professioni Intellettuali in Toscana”, curata da Irpet e Sociolab, che  ha messo chiaramente in evidenza come oggi la stragrande maggioranza dei professionisti intellettuali non possa essere considerata privilegiata; pensiamo alla grave crisi dell’edilizia che ha messo in ginocchio le professioni tecniche, pensiamo ai giovani che non trovando un lavoro da dipendente “tentano” la carriera autonoma ma che difficilmente riescono a raggiungere quell’indipendenza economica che gli consenta di condurre una vita dignitosa. Negli ultimi anni (2010-2014) gli iscritti agli ordini professionali/alle associazioni riconosciute sono andati costantemente ad aumentare, ma il loro reddito si è via, assottigliato. Il 33% degli intervistati ha dichiarato un fatturato medio inferiore a 20.000 euro.
Il fatto che nella nostra regione la presenza media di professionisti sia più alta (39 professionisti ogni mille abitanti) rispetto alla media nazionale significa che possiamo vantare di capitale umano qualificato in grado di apportare un prezioso contributo in ogni ambito e quindi anche nella gestione della “res publica”.
Insieme al Presidente Enrico Rossi condividiamo il fatto che il mondo professionale sia una risorsa fondamentale per il nostro territorio e la nostra economia ed è per questo che oggi i liberi professionisti siedono ufficialmente al tavolo di concertazione generale, nei comitati di sorveglianza dei fondi FSE e FESR alla stregua degli altri soggetti economici.

Un mondo, quello delle professioni intellettuali che rappresenta oltre il 20% del PIl nazionale e che merita dignità e rappresentanza. Tutelare le professioni intellettuali è possibile e come?

Come già detto i professionisti intellettuali rappresentano una fetta importante della nostra economia, partecipano in modo diretto ed indiretto alle scelte economiche e sociali dei soggetti pubblici e privati pertanto ritengo sia imprescindibile riconoscerne la piena dignità e garantire forme di tutela adeguate. Come Regione in questi anni siamo intervenuti cercando di dare un supporto ai più giovani grazie allo strumento del praticantato retribuito, con il fondo di garanzia per sostenere l’accesso al credito dei giovani che intendono intraprendere la libera professione. A rafforzamento di questa misura abbiamo poi approvato una recente modifica di legge che consentirà ai giovani di accedere al credito con un contributo in conto interessi pari al 100% del tasso. Consapevoli del difficile momento che anche i liberi professionisti attraversano, abbiamo attivato una linea di microcredito a sostegno di coloro che “hanno perso commesse o che non stanno riscuotendo”.  Abbiamo sostenuto la posizione dei professionisti e dei lavoratori autonomi quando lo scorso gennaio il governo aveva proposto di rivedere il sistema di minimi contributivi, rischio poi per fortuna scongiurato, che avrebbe rischiato di danneggiare pesantemente i giovani. Abbiamo accolto con prontezza l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha ripristinato il ricorso alla cassa integrazione in deroga per i dipendenti degli studi professionali che era stato escluso con decreto del governo nell’agosto 2014.
Un’opportunità che, in Toscana, era da tempo stata estesa ai lavoratori degli studi professionali e la cui esclusione aveva colpito un settore economico importante, anche per la Toscana, un settore che in questi anni è stato attraversato da una forte crisi e proprio per questo non poteva rimanere fuori da una tale tutela. Il mondo del lavoro negli ultimi 7 anni ha subito importanti stravolgimenti, di fronte alla flessione del “posto sicuro da dipendente” ed alla contestuale fuga, talvolta un po’ obbligata, verso il lavoro autonomo, rafforzeremo il lavoro si qui portato avanti, coerenti con i valori e le scelte che da sempre questa regione porta avanti nella tutela dei soggetti “più deboli del mercato del lavoro” nella convinzione che abbiamo bisogno anche di capitale umano qualificato e per questo dobbiamo garantirlo. Nel prossimo futuro vorremmo sviluppare nuove misure a sostegno dei professionisti prevedendo sgravi fiscali per incoraggiare la creazione di società tra professionisti (STP) collegando l’agevolazione alla partecipazione a bandi per l’accesso ai fondi europei o per i giovani che intendono avviare la libera professione.

L’Europa ha aperto, proprio alle professioni intellettuali, una serie di finanziamenti o quantomeno li ha previsti, così come la Regione Toscana. è pensabile invece un agire comune tra tutte le amministrazioni locali?

La nostra Regione ha fatto delle scelte pionieristiche aprendo il dialogo con il mondo professionale quasi un decennio fa con l’istituzione della Commissione Regionale dei Soggetti professionali. Grazie al proficuo confronto in tale sede, i professionisti potranno finalmente accedere a diverse misure del POR FSE 2014-2020. Ritengo che il soggetto più accreditato a portare avanti questo discorso “dell’agire comune” sia il governo centrale tramite l’agenzia territoriale per la coesione; diverse regioni come la nostra si stanno muovendo in maniera autonoma nell’aprire ai liberi professionisti ma, sarebbe importante che arrivassero degli imput precisi e condivisi rispetto alla equiparazione tra PMI e Libere Professioni così come definito nell’Action Plan del Vicepresidente della Commissione UE Tajani.

Dai tavoli di confronto ai piani di azione… accorciare i tempi secondo lei è possibile e come?

E’ indispensabile raggiungere la piena dignità e rappresentatività ai tavoli istituzionali, al pari degli altri soggetti produttivi. Deve esservi una partecipazione a pieno titolo al tavolo di programmazione e concertazione. Il capitale umano professionale intellettuale deve essere messo in condizione di operare fornendo quelle risorse di conoscenza e capacità proprie, da cui moltiplicare le opportunità per tutto il sistema produttivo  nazionale. Fatto questo passaggio fondamentale servono ulteriori passi. Si devono predisporre misure economiche, fiscali e di sostegno al pari di quanto è avvenuto e avviene in altri campi. Uniformare e semplificare i criteri legislativi e regolamentari in modo da dare una certezza normativa, accelerando i tempi producendo così un cambio di paradigma.

Anche i giovani professionisti soffrono. Non un titolo di un film ma una realtà. Cosa si può e si è fatto per loro?

La Regione Toscana da diversi anni sta cercando di fare la sua parte, i giovani sono stati i protagonisti della legislatura che si va a chiudere e lo saranno anche nella prossima se come auspichiamo il Presidente Rossi verrà riconfermato. I giovani professionisti non verranno lasciati soli, confermeremo le misure già attuate e ne studieremo delle altre laddove servisse.

Oltre la garanzia giovani cosa c’è?

Non abbiamo mai avuto la presunzione che il programma Garanzia Giovani potesse risolvere l’annoso problema della disoccupazione giovanile, è un ‘opportunità che per la Toscana si è andata ad aggiungere ed a integrare con il più ampio progetto Giovanisì che abbiamo avviato nel 2011 e per cui abbiamo ricevuto il plauso della Commissione Europea. Le nostre misure (dal tirocinio, al sostegno per la creazione d’impresa e lo start up, all’affitto per la casa sino al servizio civile ed al coworking ) hanno raggiunto circa 140 mila giovani per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro.
Quello di cui abbiamo bisogno sono serie politiche industriali, che facciano concretamente ripartire l’economia e l’occupazione.

Diamo qualche numero?

Nella nostra regione il programma GG registra 38.950 adesioni di cui 32.056 complete con l’opzione del CPI di interesse. I Centri per l’impiego della Toscana hanno iniziato a ricevere i giovani dal 15 maggio2014 e, alla data odierna, sono stati fatti 24.046 colloqui di orientamento, sono stati siglati 20.282 patti di attivazione e definiti 20.215 profili. I Giovani presi in carico dai Centri per l’impiego sono 19.719, di questi risultano inseriti nel mercato del lavoro 7.937. Fra i giovani avviati al lavoro ci sono stati 4.618 Tirocini, 1.864 con Contratto a tempo determinato, 1.052 con Contratto di apprendistato e 403 con Contratto a tempo indeterminato.

L’impatto delle ICT nel mondo delle professioni è già avvenuto, è già una realtà. Secondo lei serve una governance delle ICT, c’è il pericolo di subirle? Ci sono due scuole di pensiero, una che vede nelle ICT solo le opportunità e l’altra che lancia l’allarme sugli effetti devastanti che queste avranno sull’occupazione. Cosa ne pensa?

La nostra regione sostiene in modo importante e convinto i temi di Ricerca & Sviluppo, del trasferimento tecnologico e del potenziamento della diffusione della banda larga e ultralarga. Ritengo che non possiamo chiamarci fuori ma si debba cavalcare l’onda dell’innovazione pur preservando e tutelando quelle competenze e quelle professionalità che ci contraddistinguono in tutto il mondo. Non dobbiamo subire l’innovazione ma gestirla a pro nostro.

Quali sono i prossimi appuntamenti e le prossime sfide della Regione Toscana?

Ci lasciamo alle spalle un periodo molto difficile, soprattutto per l’economia Abbiamo dovuto fare i conti con molte crisi aziendali e seri problemi per l’occupazione. Siamo stati colpiti da numerosi eventi estremi.  La nostra regione ha saputo però reagire. Da anni registriamo il record nazionale nell’andamento dell’export, nell’attrazione degli investimenti dall’estero e per la qualità dei servizi sanitari. Siamo una regione competitiva e in buona salute. Sempre presente, ovunque fosse necessario. Per sostenere, aiutare, intervenire, sollecitare. Quella che si è conclusa è stata una legislatura profondamente riformatrice. Le difficoltà incontrate ci hanno spinto a cambiare molte cose. Numerose le riforme approvate e attuate.
Ora attendiamo con fiducia l’esito delle ormai imminenti elezioni regionali del 31 maggio per poi proseguire nel cammino intrapreso, e cominciare finalmente a raccogliere i frutti di scelte talvolta coraggiose, talvolta impopolari che proiettino definitivamente la nostra regione fuori dalla crisi.”